Adeguati assetti: un obbligo che tutela imprese, amministratori e sindaci

Negli ultimi anni, il tema degli assetti organizzativi adeguati è passato da questione tecnica a pilastro della gestione aziendale. La riforma dell'articolo 2086 del Codice civile ha trasformato questo obbligo: da semplice formalità legale a strumento concreto per prevenire la crisi d'impresa.


Oggi gli amministratori devono non solo adottare assetti coerenti con la dimensione e la complessità dell'azienda, ma anche usarli in modo attivo.
Devono servire per monitorare l'andamento aziendale e rilevare tempestivamente segnali di squilibrio economico o finanziario. Non basta più dotarsi di assetti: devono funzionare, essere documentati e contribuire alla continuità aziendale.

L'impatto per le PMI e i rischi di inadempienza

Questo cambiamento riguarda tutte le imprese, anche le PMI, che spesso hanno trascurato la cultura del controllo e della pianificazione. Gli assetti adeguati non sono più un'opzione: la loro assenza può comportare conseguenze gravi, sia civili che penali.


L'articolo 330 del Codice della crisi d'impresa prevede che gli amministratori rispondano del reato di bancarotta semplice impropria se la mancata adozione degli assetti ha contribuito ad aggravare il dissesto aziendale. In pratica, se non si rilevano per tempo segnali di crisi perché mancano strumenti di controllo, e la situazione peggiora, per gli amministratori la responsabilità potrebbe diventare anche penale, obbligandoli a rispondere con il patrimonio personale anche in presenza di una società di capitali.

Una posizione di garanzia per gli amministratori

Il nuovo contesto normativo rafforza la posizione di garanzia degli amministratori, prevista dall'art. 40, comma 2, del Codice penale. Questi hanno il dovere giuridico di prevenire o contenere situazioni di crisi. Non devono salvare l'impresa a ogni costo, ma dimostrare di aver fatto tutto il possibile per evitare danni. Devono agire con tempestività, utilizzando strumenti adeguati.


Diventa quindi centrale il concetto di adeguatezza sostanziale: non basta predisporre un organigramma o una procedura. Bisogna mostrare che gli assetti funzionano davvero e rispondono ai bisogni concreti dell'azienda.

Un parallelo con il modello 231: prevenire per tutelarsi

La logica è simile a quella del D.Lgs. 231/2001: un modello organizzativo è efficace se funziona anche nella pratica, non solo sulla carta. Anche gli assetti organizzativi adeguati, se ben strutturati e documentati, proteggono gli amministatori. Permettono di dimostrare di aver agito con attenzione, responsabilità e prontezza.

Conclusione: la compliance non è più un'opzione

Il Codice della crisi d'impresa ha riscritto il ruolo della compliance: da adempimento secondario a pilastro della governance aziendale. Oggi gli assetti organizzativi rappresentano un investimento strategico per la stabilità e la protezione dell'impresa.

Non si tratta solo di rispettare la legge, ma di tutelare il valore aziendale nel tempo.


Dotarsi degli strumenti giusti - dalla pianificazione finanziaria alla Business Intelligence - non è più solo una buona pratica. È un dovere, una responsabilità e una scelta intelligente per il futuro.

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